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Amadori "adotta" 300mila api e dà il suo contributo alla salvaguardia della biodiversità

10 alveari per api e 2 nidi per bombi: è l'apiario Amadori, allestito negli spazi esterni del sito aziendale a Settecrociari di Cesena e realizzato con la start up Beeing. Installati anche dei sensori per monitorare la salute delle api e la qualità dell'aria. Cesena, 19 maggio 2022

Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, indetta dall’ONU nel 2017 per ricordare il loro fondamentale ruolo nell’ecosistema naturale. Il Gruppo Amadori, sempre più impegnato in un modello di business che affianchi la sostenibilità ambientale e sociale a quella economica, ha deciso di dare il proprio contributo per proteggere le api nella loro infaticabile azione quotidiana. Per farlo si è affidata a Beeing, start up cesenate specializzata nella creazione di soluzioni tecnologiche applicate al mondo dell'apicoltura.

L’apiario Amadori, già attivo e curato da un apicoltore professionista del territorio, è formato da 8 arnie tradizionali e 2 “b-box” (arnie ideate da Beeing e dotate di camino per agevolare la partenza “in quota” degli insetti), dove sono già “al lavoro” 300mila api che, nei prossimi mesi, potrebbero diventare fino a 500mila. Sono inoltre stati installati 2 nidi per bombi selvatici, altra specie di impollinatori in pericolo a causa delle azioni antropiche.

Come location è stato scelto un terreno in località Settecrociari, nei pressi di uno dei siti del Gruppo, con ampio spazio aperto, campi coltivati ma anche prati incolti e a sfalcio ridotto, zone piantumate e alberi: un’area lontana dal traffico stradale e con le prime colline a una certa distanza, ideale per il “decollo” e l’“atterraggio” delle api.

Attorno all’apiario sono stati piantati anche cespugli di rosmarino e lavanda, scelti per dare nutrimento alle api, in particolare, nei mesi più freddi.

A conferma dell’importanza di questo progetto, che ribadisce l’impegno di Amadori nel realizzare prodotti sani, sicuri e certificati rispettando l’ambiente e le comunità locali, oltre ad avere “adottato” centinaia di migliaia di api, dando loro una casa dove raccogliere il nettare per produrre il miele, sono stati installati alcuni sensori grazie ai quali, in questi mesi, sarà monitorato lo stato di salute degli insetti e del miele e, due volte l’anno, sarà rilevata l’eventuale presenza di metalli pesanti nell’aria (piombo, cadmio, cromo e nichel), indicatori di riferimento per conoscere il livello di inquinamento atmosferico attorno alle arnie.